Roadrunner Records ][ Top of 2008
Appuntamento immancabile per le top ten personali dei dipendenti Roadrunner Records, siano essi musicisti o direttori artistici, per quanto riguarda le uscite discografiche dell’anno appena trascorso. È sempre un’ottima occasione per confrontare le proprie preferenze con quelle degli addetti ai lavori e con chi gli album li crea!
Enslaved ][ Vertebrae
2008, Indie Recordings
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www.myspace.com/enslavedmusic | “The Watcher” | |
Fragilità e forza umana, simbolicamente racchiuse nel tessuto osseo che forma una vertebra, rappresentano le fondamenta del 10° album di casa Enslaved. La deriva progressive di Isa e Ruun viene qui elevata all’ennesima potenza, evocata in sognanti atmosfere Settantiane, esplicitata in malinconici cori e assoli dal sapore Pink Floydiano. Isocrone, le parti più tirate a base di blast beats e growls, innescano un processo di ibridazione che può riuscire solo ad una grande band, una sorta di viaggio con gli Yes nello Spazio cosmico. |
Cradle of Filth ][ Godspeed on the Devil’s Thunder
2008, Roadrunner
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myspace.com/cradleoffilth | “Honey and Sulfur” | |
Riemergono dal profondo degli inferi i Vampiri inglesi, nel 10° anniversario di Cruelty and The Beast, non a caso con un concept album, incentrato sulla figura del primo serial killer che abbia orribilmente segnato con le sue nefandezze la storia, Gilles de Rais. Le orchestrazioni avvolgono con vellutata inevitabilità il sodato riffing di Paul Allender e le urla sgraziate di Dani Filth, annunciatrici delle catastrofi incombenti; Martin Skaroupka riesce nell’operazione di rinfrescare le partiture percussive, rimpiazzando ottimamente Adrian Erlandsson. |
Omnium Gatherum ][ The Redshift
2008, Candlelight
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myspace.com/omniumgatherum | “Nail” | |
Cospicue le infiltrazioni presenti nel quarto full length della band finlandese, tanto che gli stessi musicisti faticano a trovare la propria identità; se la partenza ha molto da spartire con le sonorità neo-classiche dei conterranei Children of Bodom, presto la melodia del death svedese si impadronisce della scena, per lasciare a sua volta il posto a rallentamenti di stampo gothic e atmosfere ammalianti. In ogni circostanza le composizioni sono accattivanti, trainate da un guitar work incisivo e immediato, e da una produzione cristallina e potente. |
Eluveitie ][ Slania
2008, Nuclear Blast
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www.myspace.com/eluveitie | “Inis Mona” | |
Gli “Elvezi” approdano sull’etichetta tedesca portando in dote una nuova collezione di canti Celtici intitolati a Slania, ragazza Celta vissuta oltre 2000 anni fa nella loro terra natìa, unendo sapientemente testi in Inglese e Gallico (certificati dalla collaborazione con David Stipfer dell’Università di Vienna), strumenti folkloristici che trascinano l’ascoltatore indietro nel tempo e death melodico di stampo svedese. Il singolo “Inis Mona” è una sorta di omaggio ad Alan Stivell, riecheggiando nel chorus le melodie di “Tri Martolod”. |
Jeff Loomis ][ Zero Order Phase
2008, Century Media
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www.myspace.com/jeffloomis | |
Intenso, imperioso, travolgente. Il chitarrista di Sanctuary e Nevermore corre a briglia sciolta nelle praterie del guitar shredding porgendo a suo modo tributo ai signori dello strumento, quali J. Becker, Y. Malmsteen, M. Friedman. Ciò che impressiona in questi 54 minuti di progressioni apocalittiche è l’abilità nel non annoiare, raccontando un’avventura musicale di senso compiuto, senza mai scadere nel mero show-off fine a se stesso: Loomis non è un semplice solista ma un compositore a tutto tondo. Ospiti speciali: Ron Jarzombek e Pat O’Brien. |
In This Moment ][ The Dream
2008, Century Media
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www.myspace.com/inthismoment | “Forever” | |
In qualche modo era prevedibile la brusca virata del combo californiano dal metalcore degli esordi verso lidi mainstream; quello che delude è essenzialmente la riduzione ai minimi storici dei caratteristici scream al vetriolo di Maria Brink. Le vocals core quasi scomparse fanno posto a melodie sempre più catchy comunque apprezzabili, che però, come succedeva negli episodi di stampo alternative del precedente Beautiful Tragedy, risultano alla lunga monotone e fanno perdere alla band parte del suo fulgore e originalità. |
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